“Avevano ogni cosa in comune”: questo il titolo, tratto da Atti 2,44, scelto per il Convegno che il Servizio Nazionale CEI di promozione al Sovvenire ha realizzato, dopo il lungo periodo di pandemia e che ha riunito a Roma più di trecento partecipanti da tutta Italia, tra Vescovi delegati, incaricati regionali e diocesani, nella storica Domus Mariae, oggi Carpegna Palace, dal 15 al 18 febbraio scorso. Quattro giorni, densi di appuntamenti, particolarmente articolati tra conferenze e tavole rotonde, workshop formativi e momenti per rinfrancar lo spirito. Il primo di questi è stato sicuramente l’incontro con il Santo Padre del 16 mattina, preceduto dalla S. Messa in San Pietro, celebrata dal Cardinale Zuppi, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana.
Dalla cattedra di Pietro, papa Francesco ha invitato a non perdere di vista la corresponsabilità, la comunione e la partecipazione, tre pilastri fondamentali e soprattutto di non stare a “balconear”, alla finestra a guardare, ma scendere in campo, come segno concreto di unione e di amore. Questo input ha dato l’avvio al convegno con un nuovo slancio ed entusiasmo, per una ripartenza.
Nel pomeriggio si è dato inizio ai lavori, con un primo momento dedicato al cammino sinodale, introdotto dalla preghiera guidata dall’Arcivescovo Donato Negro, Presidente del Comitato Sovvenire, che ha invitato alla speranza, virtù teologale, e a vivere il Sinodo da protagonisti.
Il Segretario generale della CEI, S.E. Mons. Giuseppe Baturi ha esposto la storia del rapporto fra Stato e Chiesa riguardo al sostentamento, che rappresenta un’attuale sfida di valori.
Il Responsabile nazionale, Massimo Monzio Compagnoni ha tracciato un quadro sullo scenario attuale di crisi, esponendo anche un’indagine, confrontando i dati e i risultati raggiunti.
A seguire, i fondamenti teologici sono stati il leitmotiv di ogni momento condiviso con importanti relatori:
– “… cominciarono a parlare in altre lingue…” (At 2,4) – Comunicare il Sovvenire ripartendo dal Territorio, momento dedicato al mondo della Comunicazione: il Sovvenire, e non solo, si serve della comunicazione; auspicarsi una comunità che valorizzi la comunicazione tra gli uffici e con il mondo esterno, per recare l’annuncio, come l’Evangelii gaudium suggerisce (EG 24 Prendere l’iniziativa, coinvolgersi, accompagnare, fruttificare e festeggiare). Per i giornalisti cattolici il territorio è un luogo teologico, guardando alla Gaudium et Spes; dentro i territori si deve cominciare a parlare; luoghi, fatti, codici, parole e gesti devono permettere al comunicatore di sapere cos’è il Sovvenire per divulgarlo, con i mezzi multimediali, augurando un maggior legame con le testate diocesane, come attività sinodale.
– “… lo deponevano ai piedi degli apostoli; poi veniva distribuito…” (At 4,35) – Il ruolo degli Istituti Diocesani Sostentamento Clero, momento dedicato al rilancio delle offerte: attraverso la storia del sostentamento per i sacerdoti, presentata da S.E. Mons. Luigi Testore, Presidente dell’ICSC, dal sistema beneficiale, basato anche sulla gestione dei possedimenti delle parrocchie, contrapponendo così parrocchie povere a ricche, creando sperequazione, ad oggi con il nuovo sistema, introdotto dal nuovo Concordato e dalla Legge n. 222/85, integrando con le offerte, con la possibilità della deducibilità fiscale.
“…ogni giorno aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati.” (At 2,47) – Come allargare la comunità del Sovvenire, momento dedicato all’associazionismo e ai movimenti: ascolto, comunione, condivisione, solidarietà, eucaristia sono aspetti da vivere e testimoniare, con il senso della prossimità per gli altri, essendo custodi di attività generative, non diventando associazioni narcisistiche e vane. E’ necessario riscoprire i documenti del Concilio sul laicato, con un’esperienza di responsabilità, scrollando abitudini vecchie, per essere “luce e sale”.
Ma chi è il sacerdote oggi? In modo davvero magistrale, con la sua semplice ma incisiva interpretazione, insieme alla compagnia teatrale che gestisce, lo ha narrato, in serata, Michele La Ginestra, attore, commediografo, regista teatrale e conduttore televisivo, interprete della serie “Canonico” su TV2000, e che nella performance “E’ cosa buona e giusta”, da lui ideata, ha proposto l’immagine del prete di ieri e di oggi, con le differenze e le innovazioni delle due epoche a confronto, che deve affrontare la quotidianità, soprattutto per poter maggiormente accogliere il mondo giovanile, non dimenticando le esperienze formative della strada.
Gli appuntamenti del giorno seguente sono stati modulati da Workshop multitematici, risultati raggiunti per le realtà territoriali e da testimonianze di buone pratiche, dando la parola a 12 incaricati, scelti in precedenza, tra cui l’esperienza di Alife-Caiazzo.
Sabato la conclusione con l’innovazione all’insegna dei tempi: un nuovo portale www.unitiinrete.it a cui accedere e che rappresenterà il lavoro in rete di tutti gli incaricati in Italia, per essere segno concreto di comunione e di condivisione di bene.
Dopo aver fatto ritorno, le tre diocesi, guidate da S.E. Mons. Giacomo Cirulli, ripartiranno in sinergia, con i tre incaricati che hanno partecipato al convegno: don Enrico Passaro per la diocesi di Sessa Aurunca, il diacono Massimo Sorvillo per la diocesi di Teano-Calvi e Annamaria Gregorio per Alife-Caiazzo.
L’articolo su Clarus